Un lapislazzuli in dono.
Molti si chiederanno perché regalare o regalarsi un lapislazzuli.
E devo ammettere che é una domanda che mi sono posta anche io, proprio perché, da tempo, ho un debole per questa pietra preziosa.
La mia attenzione é sempre stata attirata da pietre particolari, spesso note per non essere le piú preziose. In particolar modo, quello che mi ha sempre attratto in una gemma, é la sua unicitá e la sua caratteristica struttura grezza e, anche se lucidata, una struttura che resta sempre, in apparenza, non raffinata.
Questo perché preferisco uno stile naturale e, molto spesso, le gemme poco lavorate, anche se presentano inclusioni o sembra si possa dubitare della loro purezza, restano le gemme piú raffinate.
Inoltre i colori che prediligo sono pochissimi e tra questi é proprio il colore blu, con le sue varie sfumature che vanno dal blu intenso al blu carta da zucchero, come si usa definirlo.
E qui veniamo al lapislazzuli, una pietra preziosa che trovo affascinante, a tratti elegante e dalla tradizione antica.
Il lapislazzuli: una tradizione millenaria
Scoperta oltre 6000 anni fa, il lapislazzuli é una pietra preziosa dalla tradizione millenaria.
La prima gemma fu estratta, infatti, intorno a settemila anni a.C. in un luogo che corrisponde alla regione che attraversa il Caucaso, la regione del Mehrgarth e si estende fino alla Repubblica della Mauritania.
E proprio il lapislazzuli sembra essere la pietra preziosa ritrovata nei piú antichi siti archeologici: il suo colore blu carta da zucchero era considerato il simbolo della purezza, della salute, della fortuna e della nobiltá, tanto che popoli quali i Sumeri, gli Egiziani, i Babilonesi e gli Assiri la utilizzarono nella decorazione delle vesti per la sepoltura.
Non a caso, infatti, la maschera funeraria del Faraone egiziano “King Tut” fu decorata con pietre di lapislazzuli.
I Sumeri, ovvero la prima civiltá a sviluppare la scrittura, si stabilirono a Sud della Mesopotamia e furono noti per la loro intelligenza e precisione, specialmente per ció che riguarda il funzionamento e l´organizzazione delle cittá, tra cui la piú famosa é Ur. Proprio qui fu scoperto, dall´archeologo Leonard Woolley, nel 1922, il cosiddetto Cimitero Reale di Ur o le Tombe Reali di Ur. Quello che ci interessa é l´aspetto decorativo: in effetti, tra gli oggetti ritrovati in queste tombe, che sono oltre un migliaio, numerosi erano i gioielli che testimoniano la padronanza, dei Sumeri, delle tecniche per le creazioni orafe. Quindi questa regione e il popolo stesso, non solo possono rappresentare la culla della civiltá, ma a loro si puó riferire l´origine della lavorazione delle pietre preziose e dei metalli preziosi, per la realizzazione dei primi gioielli.
Dai gioielli antichi . . .
Sembra che intorno al 2500 a.C. la cittá sumera di Ur si trasformó in una cittá fiorente, con una ricca e opulenta vita di corte. Tutto quello che sappiamo in materia di arte e manifattura dei gioielli, proviene proprio dai ritrovamenti nelle Tombe Reali di Ur.
Oro e argento, provenienti, in genere, dalle miniere della Turchia e dell´Iran, cosí come il lapislazzuli, proveniente dall’Afghanistan, o la corniola dall´India, furono ampiamente utilizzati nelle creazioni dei gioielli dei Sumeri e mostrano l’estensione delle reti commerciali del tempo: collane e spille con pietre preziose scolpite e perle colorate. Furono gli orafi sumeri ad utilizzare le prime tecniche di lavorazione dell´oro, quali ad esempio la realizzazione della filigrana. Entrambi, sia gli uomini che le donne, usavano ornarsi di gioielli: gli uomini indossavano orecchini, collane, bracciali, ornamenti al petto e corone. Le donne indossavano una gamma molto più ampia di gioielli, con forme di foglie e fiori dorati, orecchini grandi a forma di mezzaluna, collane, catene di grandi dimensioni, cinture, spille e anelli. Tutti questi ornamenti erano spesso in lapislazzuli, come dimostrano i ritrovamenti archeologici.
Definirei il lapislazzuli una pietra preziosa regale.
Il piú antico deposito di lapislazzuli si trova nell´impervio territorio delle Montagne del West Hindu-Kush in Afghanistan: l´Afghanistan é ancora oggi il paese con la piú alta produzione di pregiati lapislazzuli.
Il lapislazzuli non ha soltanto un colore regale e associato spesso al colore del cielo, ma, spesso, nell´antichitá, veniva definito come una pietra in grado di emettere influssi benefici per il corpo. Per questo lo troviamo spesso menzionato.
. . . ai gioielli moderni
A me piace molto il taglio irregolare e dalle dimensioni grandi, possibilmente montato su argento, in particolare per anelli e bracciali.
In ogni modo, é possibile trovare il lapislazzuli in una vasta gamma di modelli e montature: é una gemma unisex, che puó essere tranquillamente indossata da uomini e donne e, come abbiamo visto nel tempo, non é mai stata una pietra preziosa unicamente utilizzata nelle creazioni orafe, bensí anche nelle sculture. Con taglio cabochon, a goccia, in intarsio o baguette, oggi lo sitrova spesso nei design moderni, montato su oro e a decorazione dei diamanti.
Il lapislazzuli non é eccessivamente costoso, per cui sta diventando un trend nello stile maschile: é tra le pietre preziose piú ricercate e spesso inserite nelle decorazioni di fermacravatte e nei bottoni delle camicie.
Oggi il lapislazzuli viene considerato un evergreen e puó trasformare un gioiello trendy, ovvero che segue lo stile del momento, in un gioiello classico, semplicemente se viene montato su argento.
Il lapislazzuli: una gemma regale . . . e un regalo prezioso!