Conosciuta come la „First Lady“ della “gioielleria culturale” Azza Fahmy è ormai una storia di successo dall’inizio alla fine.
Quando pensiamo all’Egitto, pensiamo a un paese con una storia millenaria che ha lasciato al mondo una eredità incredibile, una vera chiave di lettura della storia dell’umanità. Non ho bisogno di descrivere qui gli innumerevoli tesori egiziani che si trovano – non solo in Egitto – ma anche nei più grandi Musei del mondo. E tante volte abbiamo ammirato in questi musei gioielli con più di 5.000 anni di storia in oro, Lapislazzuli, Turchese, Malachite, Corniola e altre tante pietre preziose.
La casa di alta gioielleria Azza Fahmy s’ispira all’arte degli antichi egizi e arabi, e utilizza varie delle tecniche millenarie degli orefici usate nel passato. È proprio da li che arriva il suo successo: dal mistero magico che contraddistingue ogni pezzo.
Ma raccontiamo un po’ questa storia sorprendente che inizia con un libro. Azza Fahmy scoprì un libro di gioielleria del Medio Evo quando era una giovanissima studentessa d’arte. Il libro era scritto in tedesco e costava una fortuna a quell’epoca: 17,5 EGP, ma nè prezzo nè lingua impedirono ad Azza di acquistarlo. Fu un momento decisivo nella sua vita, perché la giovane studentessa d’arte, ispirata da quegli oggetti belli e misteriosi decise di fare un apprendimento nello studio di Khan El Khalili – uno dei grandi maestri del settore orafo del Cairo. Azza fu l’unica donna presente nell’ atelier del maestro, gli altri erano tutti uomini che guardavano la giovane in tuta di lavoro con molta diffidenza. Poi ottenne – tramite il British Council – una borsa di studio per imparare la teoria dell’arte orafa alla Polytechnic School di Londra.
Tornata al Cairo aprì la sua piccola bottega cercando ispirazione nel immenso patrimonio culturale ancestrale. La prima collezione fu ispirata da Nubia e la tradizionale architettura delle case accanto al Nilo. Uno dei critici scrisse su di lei: “Nessuno ha mai pensato di indossare come pendente la rappresentazione in oro di una casa di fango. Azza Fahmy si!”
L’altra grande passione di Azza fu la poesia. E una delle sue ricerche fu tentar di plasmare la poesia araba nelle sue creazioni.
Finalmente Azza trovò la combinazione vincente: scelse i proverbi tradizionali – dopo anni di accurato studio – e in bellissima calligrafia li incise su oro e argento accompagnati da pietre preziose. Tutti i pezzi venivano fatti a mano, usando le tecniche originali dell’oreficeria egiziana, ispirandosi ai disegni antichi in combinazione con le tendenze occidentali: la “Cultural Jewelry” era nata! Il successo fu talmente travolgente che Azza fu catapultata come esponente di questa tipologia nell’ intero mondo della gioielleria di lusso internazionale. Da oltre 45 anni Azza non ha mai smesso di sviluppare la sua arte.
Di certo non fu facile per lei, come donna, egiziana e musulmana, imporsi in un mondo prettamente maschile nel Cairo degli anni ’70. Azza aspirò ad avere un suo marchio personale del tutto innovativo, e fu molto intelligente all’epoca sul modo di scegliere i suoi collaboratori – o meglio: collaboratrici! Infatti Azza per molto tempo si circondò principalmente di lavoratrici di sesso femminile.
Ad oggi la azienda viene gestita da Azza insieme alle due sue figlie: Amina, direttrice del design e Fatma, direttrice commerciale. In questo momento l’azienda è una luce solitaria nel Medio Oriente. Non solo questo trio di donne creative e imprenditrici è un esempio da seguire da altre donne interessate a introdursi nel mondo degli affari, ma è una ottima maniera di mantenere vive tecniche e costumi antichi del mestiere da proporre a un pubblico internazionale.
I gioielli sono una vera fusion fra antica gioielleria araba ed egiziana e le differenti influenze arrivate dall’Europa.
L’ultima collezione proposta dalla maison “Azza Fahmy” si chiama “The Wonders of Nature” (I miracoli della Natura) e uno degli elementi più ricorrenti è il serpente. La direttrice del design Amina Ghali spiega: “Nello sviluppo della collezione 2017 abbiamo continuato a interpretare le perfezioni della natura all’interno delle sue imperfezioni. Abbiamo ridefinito sensibilmente il motivo del serpente come simbolo d’amore, di fertilità, di sapienza e di proprietà protettive, emulando elementi del suo corpo per creare un appeal elegante e non intimidatorio”.
Il serpente, un simbolo antico dell’Egitto, uno degli animali preferiti da Cleopatra, è caratterizzato in modo prominente. Perpetuamente affascinante come simbolo del bene e del male, l’eternità e la rinascita, i serpenti di Azza Fahmy sono stilizzati e chic. Passano attraverso i lobi, ci guardano da occhi di Rubini o avvolgono il polso in oro lucido. Nell’anello a doppio dito, un serpente d’argento e d’oro passa attraverso il dito prima di scivolare nella fredda piscina di un’ametista verde. C’è sicuramente anche della intensa poesia nella nuova collezione “The Wonders of Nature”.
Molti vip sono soliti indossare gioielli della maison Fahmy. Ad esempio, Kristanna Loken, la star protagonista di Terminator 3 è stata fotografata al Festival di Cannes con un “Pectoral Necklace” della “Pharaonic Collection” di Azza Fahmy.
Anche la star di Hollywood Tessa Thompson è una grande amante dei gioielli firmati Azza Fahmy.