Specialmente nel periodo di Pasqua, il cacao e il cioccolato diventano protagonisti indiscussi.
Il cioccolato.
Poesia per l´udito, la vista, l´olfatto, il tatto e, chiaramente, il gusto.
Solo a pronunciarlo, questo nome, cioccolato, viene l´acquolina in bocca.
Ma volete mettere una tavoletta di cioccolato, delle praline o una cascata di cioccolato fuso, proprio come si vede in molte cioccolaterie.
Per non parlare dell´aroma che si diffonde quando si scioglie del cioccolato, lo si mescola con i giusti ingredienti per poi sfornare dei fragranti brownies.
E che soddisfazione quando i bambini affondano le loro piccole dita nel barattolo della Nutella.
Infine chiudete gli occhi e assaporate una pralina di cioccolato al latte con un cuore di fondente . . . è pura e soave poesia.
Il cioccolato riesce a soddisfare in una volta tutti i cinque sensi. Ma quale sia la sua vera origne, possiamo scoprirlo insieme.
Dal cacao . . .
Il cioccolato deriva dai semi della pianta del cacao, dal nome latino Theobroma cacao L.
La pianta del cacao vanta origini antichissime: sembra che ci siano tracce, secondo alcune ricerche botaniche, che rimandino a 6000 anni fa nei dintorni del Rio delle Amazzoni e dell´Orinoco.
La coltivazione del cacao risale, invece, a circa 2000 anni fa e si sviluppò, per la prima volta, in America Centrale. Molti associano la coltivazione di questa pianta al popolo dei Maya, ma sembra che già gli Olmechi, popolazione precedente ai Maya e agli Atzechi, l´avessero sfruttata.
La denominazione latina, Theobroma cacao L., sta a significare “cibo degli dei” e infatti, già i Maya ne avevano limitato il consumo solo ad alcune classi della popolazione, quali sovrani, nobili e guerrieri e usavano il cacao come moneta di scambio, per esempio, per pagare i tributi all´imperatore.
I Maya bevevano il cacao mescolato con dell´acqua calda. Si può affermare che l´origine della parola cioccolato derivi proprio da questa miscela: chacau che vuol caldo e haa, ovvero acqua. Chacauhaa era la bevanda calda di cacao, che poteva essere chiamata ache chocolhaa, perché chocol indica un sinonimo di chacau. Da qui probabilmente ha origine il nome spagnolo chocolat.
Successivamente gli Atzechi ripresero al coltivazione del cacao e la produzione del cioccolato, associandolo a Xochiquetzal, dea della fertilità. Del cacao veniva effettuato, essenzialmente, un impiego liturgico e cerimoniale, ma la bevanda era destinata nelle Americhe ad essere aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe e, a volte, con l´aggiunta di altri ingredient, come addensanti, farine e minerali, per ottenere il xocoatl.
Si dice che l´imperatore Montechuzoma, detto erroneamente anche Montezuma, possedesse oltre 1 miliardo di valore in semi di cacao, all´epoca utilizzati come moneta di scambio. E secondo la leggenda, sembra che bevesse oltre cinquanta tazze di cioccolato al giorno, perché aveva un grande harem e il cioccolato è noto anche per le sue proprietà afrodisiache.
I semi di cacao furono importati, per la prima volta in Europa, da Cristoforo Colombo, ma per tutto il 1500 la coltivazione della pianta e la produzione di cioccolato restò una prerogative della Spagna.
Si deve attendere i primi anni del XVII secolo, per vedere il cioccolato veramente apprezzato in Europa e, in particolare, dai nobili che lo trasformarono in un lusso.
Quindi gli Olandesi, quali esperti navigatori, attraverso i loro viaggi e i mercati, riuscirono a strappare alla Spagna il primato commerciale e a importare il culto del cioccolato di porto in porto: a Venezia nacquero i primi bar e caffè che offrivano la bevanda del cioccolato con nuove ricette e un tocco di fantasia: le cosiddette “botteghe del cioccolato”.
Ne corso degli anni, in particolar modo i Paesi delle regioni calde, quali il Brasile, le Filippine e la Martinica, che già erano produttori di cacao, aumentarono in maniera esponenziale le coltivazioni di cacao. Oggi la produzione di cioccolato é stata raffinata in molti luoghi d´Europa.
Nel 1879 viene ideata e raffinata da un certo Radolphe Lindt la tecnica di lavorazione, che rese il cioccolato finissimo e vellutato al palato. Questa tecnica é nota come conchage: qui troverete la storia del cioccolato nell´uovo di Pasqua.
. . . al cioccolato
Oggi il cioccolato viene esposto in commercio in mille forme e mille gusti differenti che, dipendono dalle differenti lavorazioni e dagli ingredienti utilizzati: a latte, fondente, fondente in varie percentuali, con frutta secca, aromi, canditi, cereali, biscotti, caramello caffè…cioccolatini, praline, tartufi, tavolette, biscotti, torroni, uova…le variazioni sono infinite. Il cioccolato Lindt è svizzero, mentre il gianduiotto, ad esempio, famosa pralina italiana, fu creata proprio in Italia e prende il nome dalla maschera piemontese Gianduia.
Come abbiamo accennato, il cioccolato viene prodotto mediante la lavorazione dei chicci del cacao, che sono piuttosto grandi e spessi, per cui sono denominati anche fave.
Le fave di cacao sono sottoposti a lavorazione che le libera dai residui della polpa, poi controllati, torrefatti e sgusciati a macchina. Quindi vengono sottoposti ad un secondo controllo accurato, poi macinati fino a ottenere una pasta fluida.
Una volta ottenuta la pasta fluida, si può passare alla lavorazione raffinata del cioccolato, che, attraverso aggiunta di zucchero, vaniglia, ingredienti e aromi, si trasforma nel prodotto finale che giunge sui mercati di tutto il mondo.
E ora ci aspettano tante sorprese con le uova e il cioccolato delle uova di Pasqua: se vorrete impreziosire ancora di più una sopresa golosa, Juwelo vi suggerisce la sorpresa giusta da abbinare al vostro uovo … a presto con tante golosità!