I gioielli medievali
Il medioevo è un periodo storico senza dubbio affascinante. Un’epoca in cui le superstizioni e i pregiudizi dominavano la quotidianità.
Com’erano i gioielli medievali?
Sappiamo, per esempio, che alle pietre preziose venivano attribuite proprietà curative e magiche. Anche altri tipi di materiali (come ossa e denti di animali selvaggi) avevano una funzione mistica e esoterica. Per facilitare il contatto con la pelle, questi materiali erano montati con un bordo di metallo prezioso posizionato in orizzontale, lasciando il materiale “nudo” da ambo due i lati.
Quando si parla di “medioevo” si intende un periodo molto lungo composto da epoche ben differenti tra loro.
Durante i primi 500 anni del Medioevo solo pochi nobili, le famiglie reali e la chiesa cattolica hanno preservato gli oggetti d’arte. Sono stati i Celti e gli anglosassoni delle Isole Britanniche a creare l’arte orafa caratteristica di questo periodo.
A causa della natura guerriera dei popoli barbari, i “gioielli” del primo medioevo non sono nient’altro che decorazioni in oro e argento applicate a spade, scudi, faretre, selle e molto altro.
Bisanzio e l’arte orafa
Con l’arrivo di Bisanzio, la produzione di gioielli viene arricchita soprattutto di colori grazie all’utilizzo di pietre preziose. L’estetica orafa venne completamente cambiata anche grazie all’uso di filigrana e granulato di metallo prezioso.
Apparve poi un nuovo concetto: l’ostentazione del lusso – oggi si parlerebbe di “status symbol”.
Con l’arrivo dello stile gotico, famoso per le imponenti cattedrali si iniziarono ad intravedere i primi gioielli con forma a punta.
Le tecniche di lavorazione usate prevedevano:
Opus interassile, quando la lamina d’oro viene traforata.
Cloisonné o lustro di Bisanzio: una decorazione artistica a smalto simile ad un mosaico.
Chemplevè: smaltatura con la lamina scavata che lascia in rilievo il contorno delle parti colorate (il contrario del Cloisonnè)
Basse taille: tecnica di smaltatura in diversi strati.
L’oro del gatto
Forse non sapere che la marcassite (Pirite) venne anche chiamata “oro del gatto”. Questa definizione risale al medioevo, quando gli alchimisti provavano a trasformare altri metalli in oro. Molto spesso la marcassite veniva fatta passare per oro e dal momento in cui nelle botteghe degli alchimisti c’erano sempre gatti (per mantenere lontani i topi), la marcassite fu rinominata appunto “oro del gatto”. Nonostante questo in quell’epoca ci fu una grande produzione di gioielli con marcassite, soprattutto anelli, ciondoli e spille.
Oggi esiste un vero e proprio “revival” di gioielleria ispirata a quella del tardo medioevo.
I gioielli con marcassite dal design ispirato a quel periodo sono oggi nuovamente di moda.
Un altro gioiello caratteristico del medioevo è quello che passerà alla storia come “reliquiario”. Un esempio tipico è il ciondolo di Carlo Magno, da molti considerato miracoloso, costituito da due zaffiri cabochon trasparenti tra i quali è stato posto un pezzetto della Croce di Cristo.
Curiosità
Ciò che oggi sembrerebbe incredibile avvenne durante il regno di Luigi IX re di Francia (1214-1270). Il re proibì alle donne di indossare diamanti (principesse e regine comprese!) perché il Diamante meritava di essere indossato solo dalla Madonna Madre di Dio. Ovviamente questa decisione venne rimossa appena terminò il suo regno!