Per alcuni é noto come Castello di Malbork.

Il Castello di Marienburg, in tedesco Ordensburg Marienburg, si trova sulla riva destra del fiume Nogat in Polonia, non lontano dalla cittá di Danzica.

Danzica é situata esattamente sul percorso della cosiddetta “via dell´ambra“. Sulla base di scavi e oggettistica rinvenuta e essenzialmente realizzata in ambra, le coste del Mar Baltico, il Samland e il bassopiano sulla foce della Vistola possono essere considerate le zone attraverso cui si articola la via dell´ambra: la piú importante sembra passasse proprio attraverso la Polonia e la Porta Boema, lungo la Morava e attraverso il Danubio.

Perché vi parlo di Danzica e, in particolar modo, del Castello di Marienburg? Perché oltre ad essere stata una interessante scoperta e alquanto inaspettata, il Castello di Marienburg o Malbork comprova come la sua posizione geografica fosse molto interessante proprio perché inclusa in questa regione in cui si snoda la via dell´ambra.

 

In viaggio verso . . .

Il viaggio non era stato ben pianificato. Né era chiaro quale fosse la meta o il percorso esatto.

Infatti spesso i miei viaggi, ma potremmo dire il mio stile, é piuttosto avventuroso. Difficile per me pianificare esattamente e ancor piú difficile conoscere in anticipo la via da percorrere, anche quando la meta é ben chiara.

E cosí la scorsa estate, un pochino per gioco, un pochino per sfida, é iniziato il viaggio di avventura attraverso quella, che, successivamente, ho riconosciuto essere proprio la via dell´ambra, ovvero quella regione piú o meno vasta in cui viene estratta l´ambra da secoli!

La sfida era nel fatto che giá dall´inizio, non si aveva chiaro il viaggio e che si sarebbero attraversati territori non sempre ospitali, o apparentemente tali.

Partendo dal Nordeuropa, quindi Berlino, attraverso Danzica, Königsberg, la penisola di Neringa, lungo le coste del Mar Baltico per salire fino alla Svezia: diverse regioni, differenti Stati dell´Europa, disparate culture e modi di vita simili e meno simili. Ma accomunati dal fascino del Mar Baltico, Ostsee, chiamato anche Mare dell´Est dai Paesi dell´Europa continentale, un mare non estremamente caldo, ma piacevole, in un certo senso, ammaliante, con le sue onde ribelli e le tempeste invernali.

Sembra che proprio in queste zone, quindi sulle spiagge del Mar del Nord e del Mar Baltico, giá nella tarda Etá della Pietra, si raccogliesse resina fossile, una splendida resina fossile con tonalitá che andavano dall´ambrato al rosso. E sfogliando le pagine dei libri di ricercatori e archeologi, é chiaro come oggetti antropomorfi e zoomorfi in ambra, fossero rinvenuti proprio nella zona di Schleswig–Holstein, in Svezia e Danimarca sulla costa del Mar Baltico che parte da Danzica e Königsberg, la attuale Kaliningrad in Russia e, attraverso la penisola di Neringa, arriva fino a Pietroburgo.

E cosí é iniziato e proseguito il mio viaggio: nulla di certo, tranne che sarebbe stata una piccola avventura. E avventura lo é stata, dal momento che, attraversando queste zone, la varietá di paesaggi che é possibile ammirare é notevole e anche se potrebbe sembrare un percorso attraverso scenari familiari, perché siamo in Europa e perché, in fondo, il paesaggio non dovrebbe essere inusuale, vi garantisco che, invece, si scoprono luoghi sorprendenti. Panorami selvaggi, una costa lunga e caratterizzata da onde ribelli, da spiagge bianche, da un lato e da un mare scuro e torbido, con una vegetazione brulla, dall´altro quasi fosse un luogo agli antipodi. E abitudini, usi e tratti somatici differenti tra loro, poiché non si deve dimenticare che, pur trovandosi in una zona prevalentemente europea, questa racchiude un tratto, che é, sia legalmente che culturalmente, terra di Russia: Kaliningrad, la antica Königsberg.

E cosí tra leccornie e arte culinaria tipica, tra un piatto a base di aringhe e una scodella di borsch a Kalinigrad, tra una passeggiata sulla Ulica Mariacka a Danzica con tanto di caffetterie e gioiellerie di ambra e poi un giro avventuroso in terra russa, per caso, mi sono imbattuta nel Castello di Marienburg.

. . . il Castello di Marienburg

E a dir la veritá, io neanche sapevo dell´esistenza di questo castello, o meglio, di questa fortezza. Ed é stata una sorpresa inaspettata e interessante.

Il Castello di Marienburg, o castello di Malbork, fu costruito nel 1274 dall´Ordine Teutonico in Prussia e letteralmente significa, appunto Castello di Maria, perché il nome fa riferimento alla Vergine Maria patrona dell´Ordine. Anche il paese circostante era conosciuto come Marienburg, ma da quando nel 1945 entró a far parte del territorio della Polonia, divenne noto a tutti come Malbork. É un castello dalla lunga storia, che ha resistito all´avvicendarsi di regni e guerre, nel corso dei secoli, fino ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale, in cui un incendio causó ulteriori danni di quelli giá subiti nel tempo e fu in gran parte ricostruito.

Oggi il Castello di Marienburg é un classico esempio di fortezza medievale: oltre a rappresentare il piú grande castello al mondo costruito in mattoni, é una delle fortezze piú maestose. Inoltre l´Unesco lo ha inserito, nel dicembre 1997, nella lista dei monumenti considerati Patrimonio dell´Umanitá.

Per ció che riguarda il viaggio che noi stiamo facendo insieme attraverso questo blog, il Castello di Marienburg é particolarmente interessante per numerosi motivi. Uno dei quali é il museo dedicato all´ambra che si trova all´interno del castello, e che non mi sono fatta certo sfuggire!

Come se volesse essere nascosto, allestito in una zona non direttamente alla portata del visitatore, ma facilmente individuabile con mappa alla mano della fortezza, il museo dedicato all´ambra si articola attraverso stanze tipiche, appunto di una fortezza.  Quasi un sotterraneo, poco illuminato, con un´atmosfera suggestiva, con teche che esibiscono l´ambra in varie forme e creazioni: dall´ambra grezza ai gioielli a creazioni di scrigni e oggettistica varia, tutte realizzate in ambra.

E allora avventuriamoci anche noi attraverso queste stanze magiche alla scoperta dell´ambra: restate con noi . . .